Immobiliare vs. Finanziario. Quale conviene?

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Emotività e irrazionalità

Pluripremiati studi di finanza comportamentale certificano che le decisioni che prendiamo quotidianamente come individui sono influenzate all’88% da aspetti non razionali. Gli investimenti, così come ogni decisione, subiscono la medesima influenza.

In Italia, oltre il 75% della popolazione è proprietario di un immobile ed esiste più di un immobile per cittadino (fonte Istat e Agenzia delle Entrate). Il perché l’investimento immobiliare risulti più attrattivo rispetto a quello nei mercati finanziari è, molto spesso, legato a fattori culturali e, probabilmente, ad una percezione di maggiore certezza.

Ma è realmente così?

Contesto

La maggior parte degli investitori è vittima di un processo istintivo chiamato «conti mentali». Per gli investitori immobiliari questo processo porta a considerare l’investimento come la semplice differenza tra un esborso iniziale ed una rata di affitto duratura nel tempo.

Tutti gli altri costi vengono troppo facilmente dimenticati, nonostante costituiscano una parte importante del conto economico che governa l’investimento, dato che gravano sul rendimento finale dello stesso.

Investimento immobiliare: costi e variabili da tenere d’occhio

Immobiliare vs. Finanziario. Quale scegliere?

Al netto di tutte le spese che impattano sull’investimento, e a patto di affittare l’immobile dodici mesi all’anno per dieci anni, il valore degli immobili in Italia ha subito una variazione negativa tra il picco massimo (ott. 2012) ed il valore attuale (sett. 2022) del -27,7%.

La performance complessiva del fondo negli ultimi dieci anni ha registrato un aumento del valore delle quote del +171,81%. Il capitale, al netto dei possibili cali di mercato, è sempre interamente disponibile e recuperabile in 5/10 gg lavorativi.