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Rappresentazione visiva dell'articolo: 03. Esternalizzazione del TFR

Autore: Giuseppe Garzoni Di Adorgnano

Data di pubblicazione: 01 giugno 2022

03. Esternalizzazione del TFR

CONTESTO

Il 75% dei dipendenti italiani preferisce mantenere il TFR in azienda senza conoscerne l’impatto fiscale. L’Italia è al 63° posto nella classifica mondiale* della cultura e della conoscenza finanziarie (metà classifica nel mondo, agli ultimi posti in Europa!).

Gli effetti latenti di questa carenza si ripercuotono anche sulle aziende che preferiscono utilizzare quello che è un vero e proprio debito verso il dipendente (il TFR appunto) per autofinanziare le attività correnti, con tutti i rischi che ne derivano.

Esternalizzare il TFR in una forma previdenziale privata ha invece innumerevoli vantaggi fiscali e gestionali, sia per l’azienda che per il singolo dipendente, e costituisce una vera e propria soluzione «win/win» che consente di creare un tesoretto cui attingere per promuovere piani di efficientamento aziendale come, ad esempio, il welfare per amministratori e dipendenti.

UN ESEMPIO

Per l’azienda, conferire il TFR ad una forma di previdenza complementare ha il vantaggio, tra gli altri, di poter beneficiare:

- dell’esenzione dal versamento al fondo di garanzia

- dell’esenzione dalla rivalutazione obbligatoria annua del TFR (circa il 2% del totale TFR accantonato per singolo dipendente)

- della deduzione del reddito di impresa

- della riduzione degli oneri sociali.

Per il dipendente gli effetti sono ancora più significativi:

- tassazione mai superiore al 15% (che diminuisce fino al 9%) rispetto alla tassazione crescente prevista per il TFR in azienda mai inferiore al 24%

rendimenti superiori rispetto al TFR lasciato in azienda

deducibilità dei versamenti fino a €5.200 l’anno

- possibilità del contributo datoriale non tassato rispetto a quello versato in busta

- richieste di anticipazione plurime

- garanzia degli importi versati contro il rischio insolvenza dell’azienda.

ESEMPIO DI TASSAZIONE PER IL DIPENDENTE

«Gli ultimi anni di carriera sono solitamente quelli a più elevato reddito: l’imposizione applicata sul TFR maturato lasciato in azienda sarà gravata da una tassazione sempre maggiore che avrà impatto su tutto il TFR accantonato nella propria vita lavorativa».

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