Autore: Giuseppe Garzoni Di Adorgnano
Data di pubblicazione: 01 giugno 2022
02. Mercati e Guerre
IL CONTESTO
A nessuno viene richiesto di rimanere impassibile davanti alla tragedia umana e sociale che quella attuale e tutte le altre guerre causano. Sarebbe impossibile. La realtà dei fatti colpisce e sconvolge tutti noi. Davanti a situazioni come quella che stiamo vedendo in Ucraina, l’emotività è comprensibile se porta a sdegno e censura; è dannosa, invece, se porta a decisioni frettolose sui propri investimenti. A parte rari casi, nessuna delle guerre che (ahinoi!) si sono susseguite negli ultimi quarant’anni ha inciso in maniera negativa sui mercati finanziari, anzi, al termine del conflitto ha registrato nella maggior parte delle volte un rafforzamento. Le guerre non incidono sui mercati più di quanto possa accadere durante una crisi finanziaria (ad es. collasso di Bear Stearns, anno 2008, Borsa americana -41%).
Non possiamo affermare che non ci saranno effetti negativi, ma possiamo confidare negli effetti benefici del lungo termine come per qualsiasi altro evento avverso. A dircelo è la storia. A dircelo sono i dati.
PERCHE' MANTENERE LA CALMA?
UN ESEMPIO*
Al variare dei conflitti presi in considerazione, solo in due occasioni (Prima Guerra del Golfo 1990-1991 e i moti in Libia e Siria nel 2011, caratterizzate tra l’altro da un brevissimo arco temporale) i mercati hanno registrato delle perdite (-5% e -7 al netto dei dividendi incassati); accettabile, trattandosi di mercati azionari puri, quelli più soggetti a volatilità.
Nei restanti casi, gli indici hanno registrato tutti degli incrementi considerevoli e non solo nel lungo periodo.
I sei anni della II Guerra Mondiale hanno portato le borse a raggiungere il +40% (4,9% composto per ogni anno). Nello stesso periodo, l’S&P 500 segnò un rendimento annuo reale dell’1% che, tenendo conto dei dividendi, arrivò al 6,8% annuo.
In sostanza, gli eventi geopolitici sono uno «shock» per le valutazioni azionarie, che viene recuperato nella maggior parte dei casi quasi sempre già a distanza di dodici mesi.
«Un secolo di dati di borsa ci dice che con le guerre perdere soldi in borsa è molto difficile.
Un secolo di finanza comportamentale ci dice che con le guerre perdere occasioni in borsa è molto facile» - ARCHEOWEALTH
*N.B.: i dati riportati nell'esempio rappresentano un trend su un periodo signficativo ma non vogliono essere in alcun modo esaustivi di una tematica che va approfondita in ulteriori dettagli. In quanto dati storici, non c’è alcuna garanzia di rendimenti futuri.
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